UNA LUCE PER L’EMILIA ROMAGNA FINALITA’ E OBIETTIVI IL RESTAURO I LAMPADARI DI SANT’AGOSTINO
IL LIBRO EVENTI COLLATERALI I PARTNER RASSEGNA STAMPA
L’esposizione, che si pregia di un allestimento curato dal Teatro La Fenice, ruota attorno all’imponente lampadario in cristallo-ambra oro di quasi 5 metri di altezza per 4 piani, con una circonferenza di circa 3 metri, realizzato alla metà degli anni venti del Novecento, il cui stile ricalcava la grande tradizione veneziana del Settecento di lampadari monumentali, sui modelli di quelli conservati al Museo di Palazzo Mocenigo o a Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento Veneziano.
Inizialmente pensato per illuminare la Sala dei Giochi del Castello Estense di Ferrara, questo enorme manufatto fu trasferito, alla fine del 1933, nella grande sala della residenza comunale di Sant’Agostino, spesso utilizzata, da metà dell’Ottocento fino al secondo dopoguerra, come salone delle feste. Una voce comune, che non trova verifica certa in documenti ufficiali, racconta che lo spostamento del grande lampadario fu ordinato da Italo Balbo che, nella sala del palazzo, progettato dall’ingegner Antonio Giordani, era solito recarsi per ballare con la propria amante.
Accanto a esso, verrà proposto il restauro di altri tre lampadari, di dimensioni più ridotte, che si trovavano nella stessa sala.
Accompagna la mostra, un libro (Baraldi Editore) curato dallo scrittore e giornalista Alberto Toso Fei che ripercorre la storia dei lampadari di Sant’Agostino e l’attività di restauro.
“Una Luce per l’Emilia Romagna – commenta il presidente del Consorzio Promovetro, Luciano Gambaro – è un progetto nato col cuore, come gesto solidale verso gli amici emiliani così duramente colpiti dal terremoto e con l’intento al contempo di mettere in salvo una parte della nostra storia”.
“Il restauro – continua Luciano Gambaro – è stato un lungo ed impegnativo lavoro di squadra che ha coinvolto molte aziende del Consorzio e molti maestri, con un unico obiettivo: ridare vita ai lampadari. Il grande lampadario di Sant Agostino da oggi rappresenta per Murano il simbolo della volontà di andare avanti, della nostra rinascita: nulla è perduto se c’è la buona volontà e l’amore verso il nostro lavoro, le nostre tradizioni e la nostra storia”.
Nell’arco di questi 3 anni il progetto Una luce per l’Emilia Romagna si è sviluppato in più momenti, dapprima, per recuperare i 4 lampadari in vetro di Murano dal palazzo comunale di Sant’Agostino, poi demolito per i gravi problemi strutturali dell’edificio, successivamente per contattare i tecnici ed esperti vetrai per studiare le modalità d’intervento e soprattutto per coordinare il lavoro delle aziende del Consorzio specializzate in illuminazione e specchi, per procedere al restauro.