Fin dal IX secolo Venezia ha legato il suo nome all'industria del vetro che qui ha trovato la sua origine e il suo sviluppo come industria moderna e che qui ha registrato le più importanti innovazioni che hanno influenzato per secoli le produzioni vetrarie europee. Non a caso infatti la Repubblica Serenissima ha in più occasioni emanato rigorosi provvedimenti per proteggere una industria che contribuiva a dare di Venezia un'immagine di alto prestigio e più concretamente ad arricchire la bilancia commerciale.
Ha queste motivazioni la politica di sanzionare con molta severità la fuga di notizie, intese come know how, l'espatrio di maestranze specializzate, vale a dire la fuga di cervelli e di concentrare
fin dal 1291 la lavorazione del vetro a Murano non tanto per evitare i pericoli di incendi, quanto piuttosto per confinare in un'area facilmente controllabile un'industria che oggi verrebbe
definita strategica.
Otto secoli durò questo predominio monopolistico che contribuì ad accreditare la Repubblica come un centro di produzione di beni di lusso, presenti nelle maggiori corti del continente e che seppe rinnovare ed innovare le proprie produzioni: nel 1369 si ha la prima notizia delle lavorazioni degli specchi, alla metà del XV secolo risale l'invenzione a cura di Angelo Barovier del "cristallo", un vetro così limpido e decolorato da essere assimilato al cristallo di rocca. All'inizio del '600 vi fu la presenza di Galileo a Padova e per il 2009 è prevista la celebrazione internazionale del quattrocentesimo anniversario cannocchiale come strumento di osservazione astronomica, che ha utilizzato vetro prodotto a Murano.
Con il XX secolo dopo un periodo di decadenza è cominciata la rinascita di una industria che ha
saputo rinnovarsi con il design e la collaborazione dei più importanti designer che hanno fatto la storia moderna dell'arredamento.
Cosa resta oggi di questa magnifica storia? Non solo le circa 100 fabbriche con meno di 1500
dipendenti (negli anni '60 del ‘900 erano 200 con 5000 operatori) con produzioni di ogni tipo e per ogni tasca: lampadari di alto prestigio presenti nelle ambasciate di tutto il mondo, bicchieri ed articoli da tavola di grande leggerezza, oggetti da arredamento di ogni foggia e colore esposti nei più importanti musei d'arte moderna e del design. Quello che però il passato ci ha lasciato di più prezioso e di cui dobbiamo essere orgogliosi è soprattutto la sapienza e la capacità dell'artigiano vetraio, la sua cultura e la sua versatilità, che hanno formato generazioni di maestri, serventi, decoratori, molatori, intagliatori.
Queste capacità nei secoli si sono trasferite nonostante i divieti in un'area molto ampia che ha fatto germogliare nel territorio veneto una grande varietà di iniziative che oggi rappresentano una ricchezza industriale di prim'ordine. Non per caso nella Regione vi è una concentrazione assoluta di industrie vetrarie di ogni genere e spesso di eccellenza internazionale, tali da farne un polo europeo di riferimento, e a Padova e a Venezia operano Università che per prime in Italia si sono occupate di scienza e tecnologia del vetro con prestigio internazionale.
Non per caso a Murano è presente l'unico centro nazionale di ricerca, la Stazione Sperimentale del Vetro, noto e apprezzato in tutta Europa per le sue attività di innovazione a supporto all'industria del vetro. Senza dimenticare altri esempi di eccellenza: l'unico museo in Italia sul vetro, biblioteche specializzate, la scuola per vetrai "Abate Zanetti" che sta diventando sempre più un centro di riferimento culturale non solo nazionale, artisti e scultori di straordinario
livello, mostre ed esposizioni di richiamo internazionale, gallerie di riferimento per artisti e collezionisti di tutto il mondo. Venezia ha intessuto così intimamente la sua storia con quella del vetro che merita di esserne riconosciuta e consacrata come la capitale mondiale al punto che del materiale sembra rivestirne le più pregiate caratteristiche: leggerezza, trasparenza, fragilità.