
Un'altra vittoria per Murano e per il suo vetro. La sentenza è arrivata in questi giorni. Questa volta ad essere colpita dall'azione legale del Consorzio Promovetro è stata la ditta Linea Bioart Srl di Milano, che aveva diffuso nel sito Internet www.lineabioart.it un messaggio pubblicitario ingannevole promuovendo la collezione dei propri prodotti, denominata "Murano originale". Ad accorgersi della non veridicità delle informazioni è stata una azienda che aderisce al Consorzio e che è quindi concessionaria del Marchio del vetro artistico di Murano. La ditta Linea Bioart riproduceva il marchio e affermava che i prodotti erano fatti in loco ingannando i consumatori sulle reali caratteristiche e qualifiche del prodotto. Da Murano, invece, la ditta milanese riceveva solo la materia prima, mentre il vetro veniva poi successivamente lavorato in loco.
Una vittoria, questa, portata avanti dagli avvocati dello studio Rbva, Alessio Vianello e Mauro Albertini, che va ad aggiungere un altro importante tassello alle azioni di repressione per tutelare il vetro di qualità prodotto in isola. Anche perché, a livello nazionale, il 40 per cento dei vetri venduti sono in realtà tarocchi spacciati per muranesi, provenienti non solo dalla Cina ma anche dalla Cecoslovacchia, dall'India e via dicendo. E va sottolineato che questo dato è aggiornato al 2003 e quindi oggi risulta ulteriormente incrementato. Non solo: perché a livello locale la percentuale sale sicuramente di molto.
Dopo la sentenza che nel 2004 aveva condannato un'azienda che vendeva bicchieri napoletani spacciandoli per muranesi, questa seconda azione lancia un importante messaggio internazionale: l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha stabilito che il marchio d'origine è garanzia di qualità e deve essere attribuito unicamente a quei soggetti che producono vetri artistici solo nel territorio dell'isola di Murano. Attraverso l'esposizione del marchio sul sito, invece, la Linea Bioart faceva intendere di essere una delle imprese che possono utilizzarlo in concessione, di essere produttrice di vetro di Murano e che l'intero suo prodotto "Murano" provenga direttamente dall'isola. La sanzione è stata stabilita in 3mila euro.
"Una cifra simbolica – hanno affermato il presidente del Consorzio Promovetro, Gianfranco Albertini, e il segretario di Confartigianato Venezia, Gianni De Checchi – perché il Consorzio non vuole denaro ma solo far capire che il nome di Murano, il suo prodotto, la storia e la cultura vanno tutelati".
"In questo modo creiamo dei precedenti – hanno aggiunto gli avvocati – in questo caso abbiamo colpito la vendita di Internet che sembra più libera e meno soggetta a controlli". Ma la battaglia per la tutela del vetro non finisce qui e in futuro, probabilmente, si cercherà di colpire anche a livello penale i tarocchi spacciati per muranesi.