Per secoli il nome di Murano si è fatto strada nel mondo grazie all'impalpabile eleganza dei suoi sottili soffiati ma negli anni trenta nuovi orizzonti si sono aperti all'abilità manuale dei vetrai veneziani. Era l'epoca infatti dello stile Novecento, basato essenzialmente sulla ricerca dei valori plastici, non solo nell'arte scultorea ma anche nella pittura. I vetrai sentirono l'esigenza di rispondere alle esigenze del nuovo stile impegnandosi nella realizzazione di vetri massicci o di grosso spessore di valenza decisamente scultorea. Dovettero quindi affrontare le difficoltà tecniche della modellazione di pesanti masse di vetro incandescente.
La corrente scultorea, a cui appartengono alcuni dei più apprezzati maestri vetrai di Murano, allievi dei pionieri degli anni trenta, oggi occupa una posizione fondamentale nell'ambito della produzione vetraria di Murano, sia per la vastità delle proposte che la qualità tecnica ed estetica delle opere. Esse spaziano dalle piccole sculture prodotte nella serie limitata, tipica della tradizione muranese, ai pezzi unici d'arte di altissimo livello. Spesso vasi e coppe di grosso spessore prescindono dalla loro funzione di contenitori per diventare un puro pretesto per forme plastiche.
La realizzazione delle sculture muranesi in vetro presenta delle connotazioni molto particolari. I vetrai-scultori di Murano, a differenza di chi opera con altri materiali, si trovano nella frustrante situazione di non poter toccare la massa incandescente che vanno modellando e devono ricorrere a rozzi, seppur perfettamente idonei, strumenti di ferro per ottenere le morbide e fluide forme che caratterizzano la scultura in vetro. La loro attenzione va inoltre rivolta, oltre che alla forma esterna delle opere, alla dimensione interna fatta di luci, riflessi, sovrapposizioni di colori, che costituiscono la quarta dimensione tipica dei loro lavori scultorei.