Il 16 luglio presso la sede dello IUAV si è concluso il Workshop 2010 di progettazione architettonica organizzato dallo IUAV in collaborazione con il Consorzio Promovetro Murano, sotto la guida dell'architetto di fama internazionale Satoshi Okada che ha visto la partecipazione di oltre 70 studenti.
Presso l'ex cotonificio, sede dello IUAV, è avvenuta la presentazione dei 18 progetti che avevano come tema la creazione di un nuovo spazio museale dedicato al vetro di Murano contemporaneo e alle sue straordinarie potenzialità, alla presenza dei rappresentanti del Consorzio Promovetro Murano, Presidente Gianfranco Albertini, della Fondazione dei Musei Civici Veneziani con il Direttore Giandomenico Romanelli e del Preside della Facoltà di Architettura Giancarlo Carnevale.
La "missione" cui sono chiamati i giovani, coordinati dal tutor Matteo Dario Paolucci, è stata quella di creare degli spazi capaci di promuovere il vetro di Murano oltre il mero aspetto commerciale, come parte integrante della cultura e l'identità di Venezia nell'era della globalizzazione, progettando una struttura, un nuovo museo del vetro, ispirandosi ad alcuni spazi del Museo del Vetro attualmente non utilizzati.
L'originalità e la valenza dei progetti è stata talmente elevata che il Consorzio Promovetro Murano, in qualità di committente virtuale, ha deciso di premiare i 3 progetti risultati a giudizio dell'Arch. Okada i più meritevoli.
"L'accoglienza avuta dagli studenti e le idee sviluppate ed emerse dai lavori dei futuri architetti, sono andate al di là delle nostre più rosee aspettative – ha affermato Gianfranco Albertini, Presidente del Consorzio Promovetro Murano -. Non ci aspettavamo dei lavori così innovativi specie da studenti ancora ai primi anni di studio. Tutti hanno interpretato il vetro di Murano e la sua massima espressione espositiva, il nuovo Museo del vetro, in maniera originale, sviluppando diversi temi quali la matericità dell'elemento vetro, l'impatto ambientale, il passaggio tra passato e futuro sia per quanto riguarda le produzioni muranesi sia per ciò che concerne l'edificio ospitante il vetro contemporaneo nel rispetto del museo del vetro esistente e giocando in particolare con le trasparenze, con la luce e con l'acqua."
"Non possiamo quindi che essere soddisfatti di questa collaborazione con IUAV – ha concluso Gianfranco Albertini, presidente del Consorzio Promovetro – a dimostrazione della validità di un'interazione con la realtà accademica veneziana, e nella convinzione che da questa esperienza possano nascere idee importanti, che potranno trovare un'attuazione concreta in futuro".
A testimonianza dell'ottima riuscita dell'iniziativa occorre ricordare infine la proposta avanzata dalla Fondazione dei Musei Civici Veneziani che si è resa disponibile ad accogliere ed ospitare nei prossimi mesi, presso il Museo del Vetro di Murano, una mostra dei progetti realizzati nel corso del Workshop internazionale.
La Fondazione dei Musei Civici Veneziani ha proposto inoltre l'organizzazione di una tavola rotonda, un convegno, sul futuro del museo e del museo del vetro.

I 3 progetti vincitori

Gruppo 18 (Federica Cristini, Gianluca Marin, Davide Canton)

Giocando sull'ambiguità del vetro data dalla percezione-non percezione di quanto interposto tra lastra e lastra, il gruppo 18 ha realizzato uno spazio espositivo aperto all'interno delle ex-Conterie. Interponendo una serie di lastre verticali più o meno trasparenti per quasi tutta la larghezza delle ex-Conterie e posizionando il passaggio da un settore all'altro in modo irregolare, il visitatore può percepire l'ambiguità del vetro intravedendo le forme e gli oggetti che appariranno un po' per volta attraversando questa sorta di labirinto vitreo.

Gruppo 7 (Ilaria Alfonsi, Francesca Marconato, Alberto Franchini, Marianna Mazzucco)

Punto di partenza del progetto è l'essenza del vetro da ricercarsi nel momento in cui esso è materia prima lavorabile, il "cotisso", quando è vivo e nudo, più che nell'oggetto finito o nella sua lavorazione. Riconosciuta l'essenza del vetro in quelli che sono considerati semplici scarti della lavorazione, attratti dalla loro forma, il Gruppo 7 ha pensato di ricavare da essa il volume per il nuovo edificio. Gli ambienti interni sono stati realizzati immaginando di scavare questo primitivo solido pieno, creando così quelli che saranno gli spazi espositivi. Il volume così ottenuto si presenta come un geode all'interno del quale è custodito il vetro, come fosse una pietra preziosa. La potenza e la forza di questo materiale si liberano verso l'esterno grazie a dei tagli sulla superficie, coperti da vetro colorato. Queste aperture permettono l'entrata della luce e fanno si che il visitatore possa apprezzare al meglio i colori che questo materiale può assumere.

Gruppo 11 (Alessia Fiorin, Valentina De Poli, Valentina Rigoni, Malvina Molaro)

Ispirandosi alle origini materiche del vetro e al suo legame con la terra, il gruppo 11 ha progettato uno spazio ipogeo a cui si accede tramite una rampa contenuta in una struttura in vetro estremamente leggera la cui copertura è lambita da un velo d'acqua che poi scende lungo uno dei lati brevi. Nella parte ipogea l'esposizione viene articolata in relazione a dei lucernai che articolano il percorso interno e, in alcuni casi, creano degli episodi particolari grazie all'impiego dell'acqua per dare dinamicità alla luce o di uno spazio circolare con luce zenitale per l'esposizione di oggetti unici.