
Oro e vetro, parte seconda.
Come anticipato nell’ultimo post la foglia d’oro, da secoli presente a Murano nella lavorazione del vetro, ha due modi principali di essere utilizzata: a caldo e a freddo.
Le applicazioni più numerose sono quelle a caldo, con diverse tecniche che si tramandano da secoli.
Il sommerso
Quando intende arricchire il vetro con la foglia d’oro, il maestro vetraio può far diventare l’oro parte integrante del composto, ponendo una lamina sulla parte di impasto raccolto dal crogiolo. Prima di ricoprire questa composizione di vetro caldo e oro con un ulteriore stato vitreo, il maestro procede all’affumicatura con cloruro di stagno, comunemente chiamato “iride”, un minerale che crea una “pellicola” che riveste l’oro proteggendolo dal calore. Il cosiddetto “sommerso” è la lavorazione di base di almeno tre diverse tecniche, tra cui il “soffiato”, “il massiccio” e la lavorazione “a lume”.
Il soffiato
Il vetro sommerso si presta ad essere soffiato. Quando il maestro vetraio provvede all’operazione di soffiatura con l’apposita canna, la foglia d’oro si frantuma in un suggestivo pulviscolo aurato. L’operazione di soffiatura può avvenire anche con l’aiuto di uno stampo, in questo caso la superficie vitrea può essere arricchita da particolari texture. Tra le più conosciute ci sono senza dubbio il “rigadin” e il “ballotton”.
Il Massiccio
In questo caso il vetro sommerso viene lavorato direttamente. La tecnica del massiccio (detto anche “massello” o “pieno”) si struttura come modellazione di una unica massa di pasta vitrea o come progressiva aggiunta di innesti vetrosi attorno ad un primo nucleo estratto dal crogiuolo. L’abilità dei maestri vetrai di Murano è conosciuta in tutto il mondo: questo tipo di lavorazione è eseguito solo da artigiani di altissima competenza ed esperienza, che riescono a creare sculture anche di grandi dimensioni.
Per eseguire questo tipo di opere, data la pesantezza del materiale impiegato, i maestri sono supportati dai loro “serventi”.


Lavorazione a lume
Questa tecnica è una tra le più utilizzate per la creazione di perle, gioielli in vetro e piccole riproduzioni figurative. Nell’eseguire la lavorazione a lume il maestro vetraio lavora la pasta partendo da canne di vetro con l’ausilio del cannello, un particolare strumento che consente di regolare l’intensità della fiamma in base alla quantità di ossigeno utilizzata.
La Vetrofusione
È una tecnica antichissima, in cui rientra anche il vetro mosaico. Consiste nella rifusione di due lastre di vetro dette “piastre”, decorate con foglia oro o argento, che una volta fuse e raffreddate, verranno poi tagliate a caldo per creare monili o piccoli complementi d’arredo.
Ghiaccio Craquele
È una decorazione che si ottiene immergendo il vetro ancora incandescente appena soffiato in un secchio d’acqua. Lo shock termico determina una fessurazione in superficie che genera un effetto ottico molto particolare: la parte esterna del vetro soffiato presenta una fitta rete di crepe. Il mantenimento di questo effetto è garantito da un delicato passaggio in forno.
Nella sua esecuzione classica l’applicazione della foglia oro prevede anche l’utilizzo a freddo. Si tratta di una tecnica versatile, molto usata in legatoria o per decorare le superfici in metallo, legno e vetro.
Lo Stencil Graffita
Nel caso specifico del vetro, l’applicazione diretta sul pezzo già raffreddato avviene con l’impiego di apposite colle. La foglia d’oro così applicata deve riposare alcuni giorni ed è lucidata con attrezzi di agata e ricoperta di vernici trasparenti.
Il maestro vetraio può ulteriormente arricchire l’applicazione della foglia d’oro a freddo andando a decorarla con una tecnica chiamata in gergo “graffita”: si tratta di asportare con precisione certosina parti di foglia d’oro fino a ricavare il disegno desiderato. Per compiere questa operazione il maestro adopera appositi strumenti in rame o dotati di punte di diamante o osso. L’oggetto così creato viene poi ricotto in una muffola per permettere all’oro di fondersi al vetro in maniera indelebile e aumentarne così la resistenza e la lucentezza.
Il vetro di Murano originale, grazie alla sua particolare composizione chimica, è forse l’unico al mondo in grado di affrontare la ricottura in muffola senza rischiare di danneggiarsi.



Il soffiato
Il vetro sommerso si presta ad essere soffiato. Quando il maestro vetraio provvede all’operazione di soffiatura con l’apposita canna, la foglia d’oro si frantuma in un suggestivo pulviscolo aurato. L’operazione di soffiatura può avvenire anche con l’aiuto di uno stampo, in questo caso la superficie vitrea può essere arricchita da particolari texture. Tra le più conosciute ci sono senza dubbio il “rigadin” e il “ballotton”.
Il Massiccio
In questo caso il vetro sommerso viene lavorato direttamente. La tecnica del massiccio (detto anche “massello” o “pieno”) si struttura come modellazione di una unica massa di pasta vitrea o come progressiva aggiunta di innesti vetrosi attorno ad un primo nucleo estratto dal crogiuolo. L’abilità dei maestri vetrai di Murano è conosciuta in tutto il mondo: questo tipo di lavorazione è eseguito solo da artigiani di altissima competenza ed esperienza, che riescono a creare sculture anche di grandi dimensioni.
Per eseguire questo tipo di opere, data la pesantezza del materiale impiegato, i maestri sono supportati dai loro “serventi”.

Lavorazione a lume
Questa tecnica è una tra le più utilizzate per la creazione di perle, gioielli in vetro e piccole riproduzioni figurative. Nell’eseguire la lavorazione a lume il maestro vetraio lavora la pasta partendo da canne di vetro con l’ausilio del cannello, un particolare strumento che consente di regolare l’intensità della fiamma in base alla quantità di ossigeno utilizzata.
La Vetrofusione
È una tecnica antichissima, in cui rientra anche il vetro mosaico. Consiste nella rifusione di due lastre di vetro dette “piastre”, decorate con foglia oro o argento, che una volta fuse e raffreddate, verranno poi tagliate a caldo per creare monili o piccoli complementi d’arredo.
Ghiaccio Craquele
È una decorazione che si ottiene immergendo il vetro ancora incandescente appena soffiato in un secchio d’acqua. Lo shock termico determina una fessurazione in superficie che genera un effetto ottico molto particolare: la parte esterna del vetro soffiato presenta una fitta rete di crepe. Il mantenimento di questo effetto è garantito da un delicato passaggio in forno.

Nella sua esecuzione classica l’applicazione della foglia oro prevede anche l’utilizzo a freddo. Si tratta di una tecnica versatile, molto usata in legatoria o per decorare le superfici in metallo, legno e vetro.
Lo Stencil Graffita
Nel caso specifico del vetro, l’applicazione diretta sul pezzo già raffreddato avviene con l’impiego di apposite colle. La foglia d’oro così applicata deve riposare alcuni giorni ed è lucidata con attrezzi di agata e ricoperta di vernici trasparenti.
Il maestro vetraio può ulteriormente arricchire l’applicazione della foglia d’oro a freddo andando a decorarla con una tecnica chiamata in gergo “graffita”: si tratta di asportare con precisione certosina parti di foglia d’oro fino a ricavare il disegno desiderato. Per compiere questa operazione il maestro adopera appositi strumenti in rame o dotati di punte di diamante o osso. L’oggetto così creato viene poi ricotto in una muffola per permettere all’oro di fondersi al vetro in maniera indelebile e aumentarne così la resistenza e la lucentezza.
Il vetro di Murano originale, grazie alla sua particolare composizione chimica, è forse l’unico al mondo in grado di affrontare la ricottura in muffola senza rischiare di danneggiarsi.